martedì, ottobre 25, 2016

LA MADRE CANANEA



Matteo 15:22 Ed ecco una donna Cananea, venuta da quei dintorni, si mise a gridare, dicendo: Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide! Mia figlia è terribilmente tormentata da un demone. E’ sorprendente, vedere alcuni atteggiamenti insoliti di Gesù verso una cananea che gli chiede aiuto incondizionato, mentre, Egli, le risponde demotivato, Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele. La sua risposta accentua, nel cuore della donna, la richiesta di una riconciliazione a Dio. Quale sarebbe stata questa riconciliazione, di cui, ne interpretiamo il collegamento e le cause? A parte, sapere che questo popolo abitava la Palestina e che Dio permise la loro distruzione per cedere il paese agli Israeliti, è necessario ma non sufficiente. Essendo che, la ragione umana fa fatica a carpire, come mai Dio abbia preso questa decisone, essendo il Dio di amore, Egli, il vivente, offre altri indizi che giustificano la sua collera contro questo popolo. Nella Genesi 10:16 Canaan, era il figlio quartogenito di Cam, e se, apriamo una parentesi, per chiarire i motivi, per cui, Dio allontanò questo popolo dal suo cuore, dovremmo leggere più affondo sulla sua origine. Cam, era il figlio di Noè, che avendo visto il padre nudo durante la sua sbornia, invece di coprirlo e chiudere l’accaduto, egli andò a sbandierarlo ai suoi fratelli Sam e Jafet. Essi, diligentemente con umiltà e sottomissione, a ritroso, hanno coperto il padre. Da questa temerarietà di Cam, Noè, reagì contro di lui, scagliandogli una maledizione. Noè, però, si trovò di fronte a un grandissimo ostacolo, che sarebbe stato quello di contrastare la benedizione già pronunciata da Dio a tutta la sua famiglia, Genesi 9:1 E IDDIO benedisse Noè, e i suoi figliuoli; e disse loro; Fruttate, e moltiplicate, e riempiete la terra. Come avrebbe potuto, Noè, maledire Cam, se era stato già benedetto da Dio? Ecco la soluzione che prese.
Noè conosceva la Legge di Dio prima di Mosè, poiché in quei tempi, era tramandata oralmente e marcata nel bastone del patriarca, Egli sapeva che Dio avrebbe maledetto i figli del peccatore, fino alla quarta generazione e benedetto fino alla millesima.  Se controlliamo i figli di Cam, essi sono: Genesi 10:6 E i figliuoli di Cam furono Cus, Misraim, e Put, e Canaan. Notiamo che, abilmente, Noè, scelse il quarto figlio, Canaan, per accorciare al massimo la maledizione che avrebbe dovuto dare a Cam, che per la Legge di Dio scadeva sui figli, fino alla quarta generazione. Dai fatti e dalla scelta che ha fatto Canaan, dopo, si comprende che questa scelta non l’abbia gradita, e per risentimento, si allontanò dalle vie del Signore.
Così, Gesù rispose in quel modo alla donna, collegandosi ai fatti dei patriarchi della donna e alla loro trasgressione, di avere dato culto agli idoli. Tuttavia la donna, avendo avuto la possibilità di tentare una riconciliazione col Messia, non perdette l’occasione di chiedere e umiliarsi per un buon fine, quello di chiedergli di liberare sua figlia da un demone. Gesù vedendo, in lei, la generazione di quel popolo idolatra, per scelta, dopo che si oppose alla Legge di Dio, umiliarsi, e volontariamente disporre il suo cuore a riconoscere il vero Dio, si meraviglia. Infatti, vediamo che lei, accetta indirettamente la risoluzione di Dio, che bene aveva fatto a scacciare i Cananei dalla Palestina e porre il suo popolo al loro posto. Lei, così, si abbassò fino a terra a raccogliere le molliche, che altrimenti sarebbero state mangiate dai cagnolini. Gesù, vedendola, si meravigliò per il suo coraggio, che si sarebbe contentata di raccogliere briciole, ma anche e soprattutto, sorpreso per avere lei, con umiltà, proposto la riconciliazione del popolo dei Cananei a Dio. Grande esempio di pacificazione, che smuove i cuori a impegnarsi a perdonare anche sette volte sette, per un fine di vita serena e incorruttibile. Non per puro caso, questo episodio è stato, da Dio, messo nelle Sacre Scritture, esso è stato incluso, affinché l’uomo di oggi, intelligente in ogni forma, potesse riconoscere l’umiltà che deve avere per apprezzare l’amore di Dio. La donna cananea, conferma questa sua volontà di riconciliazione, chiamando Gesù, figlio di Davide, dimostrando apertamente di avere seguito e studiato la Legge di Dio, e che era venuta, poiché sapeva della venuta del Messia. Come non dare credito, a chi riconosce Dio in ogni tempo? La meraviglia di Gesù, mostrò la gioia di Dio, che dopo lunghi anni, il Signore accolse nella sua famiglia, la generazione di Noè fino all’ultimo figlio, Cam.  
Pace e fede nel Signore


lunedì, ottobre 24, 2016

I TRE GIORNI DI CRISTO



 
 Lettera ai Romani 14:9  Poiché a questo fine Cristo è morto, è risuscitato ed è tornato in vita: per signoreggiare sui morti e sui vivi. Questo brano, quando mai enigmatico, specifica che Gesù è risorto, ma dice anche che Egli è tornato in vita. Se la resurrezione è già il tornare in vita, come mai il verso ripete, che Egli è tornato in vita?  Se Dio è Dio dei vivi, avrebbe Gesù, signoreggiato sui morti?  Vulgate 14:9  for because of this Christ both died and rose again, and lived again, that both of dead and of living he may be Lord. Questi versi sono o no concordi con quando Gesù disse ai Sadducei: Luca cap.20:38  Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, non è Dio dei morti ma Dio dei vivi?  Leggiamo Apocalisse 1:5…..e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dai morti e il Principe dei re della terra. A lui che ci ha amati, ci ha lavati dai nostri peccati nel suo sangue…., Notiamo che Gesù è il primogenito dai morti. Non dice “dei” morti ma “dai” morti. Ciò vuol dire che, Egli, il vivente, è il primogenito uscito dai morti, il che indica un movimento che Egli ha fatto, dopo essere entrato in spirito tra i morti, perché divino e perché ha ricevuto lo Spirito di Dio in somiglianza di colomba nel battesimo. Come primizia della resurrezione dai morti, questa posizione è stata acquistata, dopo che Egli è risalito in spirito, dall’Ades ed è entrato nel suo corpo giacente nella tomba, poi, Egli risorge.  Diverso sarebbe stato se fosse stato scritto il primogenito dei morti, poiché questa espressione, indicherebbe che tra tutti i morti, Lui, sarebbe risorto come primogenito, e ciò, è contrario al principio divino, essendo che Gesù è la seconda persona della Trinità, quindi, l’eterno vivente. Dopo i tre giorni che Gesù è stato negli inferi, è il primogenito della resurrezione, poiché, Dio fa iniziare la fase della resurrezione degli uomini, da Gesù. Questa resurrezione è quella, di cui, parlò Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, che tutti gli uomini avranno, per mezzo di Gesù all’ultimo giorno.
Considerando che gli uomini corruttibili, risorgeranno con un corpo incorruttibile, Gesù, durante la sua dimora sulla terra, era già in corpo santo e incorruttibile dalla nascita, fino al suo sacrificio della morte e il suo Spirto, dopo che ha fatto risorgere il suo corpo, Egli, torna in vita, tra gli uomini, con le stesse condizioni di prima. Ecco perché mostrò le sue ferite e mangiò insieme agli apostoli. Così Egli, risorto, torna in vita nel mondo, come confermano le Sacre Scritture. Il fatto che Egli, signoreggia sui morti e sui vivi, ha un significato allargato e abbraccia sia l’umanità sia il creato.  Tuttavia, possiamo dire che Gesù, quando scese negli inferi, fu Signore dei morti? Certamente no. Infatti, poteva Gesù, vivente, avere signoreggiato sui corpi morti? Ciò contraddice la logica divina. Gisto è, che Egli, signoreggiasse tra le anime dei morti dei corpi morti terreni, che nell’Ades, sono anime in attesa e che furono da Gesù evangelizzate.  Se per tre giorni e tre notti, il profeta Giona fu dentro il pesce: Matteo 12:40  Infatti, come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del grosso pesce, così starà il Figlio dell’uomo tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Anche Gesù, nei tre giorni e tre notti, fu nella tomba, come corpo e che scese negli inferi, in spirito, come entità o persona divina. Solo quando Gesù ritornò dall’Ades, s’incarnò nel suo corpo giacente nella tomba e risorse. Dopo che la pietra della tomba fu smossa, Egli, tornò in vita, cioè tornò nella luce del giorno terreno.
Da come sappiamo che nell’Ades, vi sono le anime? Salmo 16:10 …io so che tu o Signore non lascerai l’anima mia nel sepolcro. Tutto questo Gesù poteva farlo, per la sua natura divina, ecco perché dice agli apostoli. Giovanni 8:21 Gesù dunque disse loro di nuovo….là dove vado io, voi non potete venire. Come possiamo comprendere questo mistero di metamorfosi divina se non consideriamo che Gesù nascendo dal seme di Dio, diventa uomo e affronta la morte e innesca l’inspiegabile fase della sua resurrezione, se non comprendiamo che Egli appartiene a un altro mondo? Se tutto ciò è vero, come esso è vero, allora l’uomo ha una speranza di essere eterno e se qualcuno non fosse ancora persuaso, allora osservi i tempi e la tribolazione preannunziata da Gesù più di due mila anni fa, che sta avverandosi puntuale oggi.  Era necessario che Gesù andasse negli inferi a evangelizzare la buona novella, poiché ha inglobato anche il vecchio Testamento della sua missione di salvezza, essendo che, loro già conoscevano la morte e placavano l’ira di Dio con i sacrifici, sapendo che, non erano sufficienti per la salvezza ma che un giorno lo sarebbe stato alla venuto del Messia, e ora l’hanno visto e l’hanno ascoltato.  
Possiamo dire che, se Dio ha creato l’uomo, certamente lo salverà, dalla morte, perché Dio è Dio e nulla è impossibile a Lui.
Pace fede nel Signore.                 

mercoledì, ottobre 19, 2016

LA GIUSTIZIA DI DIO



                      Non è per onore della sua giustizia né per la sua innata rettitudine che Dio abbia salvato l’uomo, ma per recuperare la caduta della sua creatura che altrimenti, si sarebbe perduta. Come sappiamo, la giustizia nasce ed è attuata se vi è una norma tra le parti e un giudice che la governa, ma Dio, con l’uomo, ha solo un patto unilaterale, quello di volere salvare l’uomo senza condizioni imposte ne deducibili. Questa convinzione prende corpo dalle Sacre Scritture che ci mostrano il carattere di Dio, che nella sua immensa saggezza è lento all’ira considerando la sua potenza di dare il giudizio immediato, contro il misfatto dell’uomo. Tuttavia, se la giustizia può essere equa e persino sentimentale, quella è in Dio, ove il suo amore produce il rispetto intrinseco sulla persona, ricordando che Egli ha creato l’uomo con le sue stesse mani. La giustizia di Dio è multiforme, essa è diversa sia quando Dio la usa per gli angeli o quando la usa per gli uomini o ancora, la usa per il creato. Dio comanda e riprende l’uomo, mentre, ordina e discute con gli angeli, come, nel capitolo di Giobbe, quando Dio permise a satana di agire senza toccare la vita di Jobbe. La giustizia di Dio, non può essere letta dalla nostra mente, poiché, ci troveremmo in una incompatibilità della nostra ragione razionale, che può vedere ingiusto ciò che è giusto, considerando che il più delle volte, l’uomo saggio di Dio, ragiona secondo le sue vie, essendo la proiezione del carattere di Dio sulla terra. Avvolte Dio parla di giustizia con l’uomo, come nel caso di Abramo, quando decise di distruggere Sodoma e Gomorra. In quel caso, la sua giustizia mostrò due fronti, da un lato era comprensiva e adattevole nel discutere con Abramo, dall’altro rigida e operativa, verso gli abitanti corrotti.  Con riferimento alla natura, Egli, da precisi comandi e la natura obbedisce, si ricorda quando Gesù sgridò il mare e il vento ed essi si acquietarono. Quindi il giudizio di Dio non può essere compreso, poiché ovattato dal suo amore infinito, mentre la giustizia dell’uomo è relativa, poiché è sorretta dalla ragione, che è una dimensione terrena. Come potremmo mai capire il sacrificio di Gesù, se lo misuriamo col metro della ragione? Quando Dio, adatta la sua giustizia alla comprensione dell’uomo, Egli comprime l’infinito suo sapere, al livello di terra ed è in questa prospettiva che l’uomo, vedendo la giustizia divina al suo livello, commette l’errore di valutarla. Ecco che abbiamo bisogno delle Sacre Scritture, che danno capacità di intendere certe vie divine mentre ci avvolgono al senso spirituale. La giustizia di Dio ha un significato diverso a seconda che essa è considerata come sostantivo o come verbo. Se il primo è rivestito dal suo amore, il secondo è imbottito della sua ira, infatti, molti sono gli esempi che possiamo incontrare nel vecchio Testamento, in cui, Dio opera giustiziando i popoli. L’ordine che Dio diede a Saul, 1 Samuele 14:36 e seg. di sterminare all’interdetto una comunità e che Saul, per sentimento di pietà, non lo seguì del tutto, è un esempio. Più specificatamente, questa scelta di Dio di giustiziare l’adopera quando, Egli perde la sua pazienza o decide di giustiziare per una grave trasgressione degli uomini.  Ezechiele 14:14 Anche se nel suo mezzo ci fossero questi tre uomini, Noè, Daniele e Giobbe per la loro giustizia salverebbero unicamente se stessi", dice il Signore, l’Eterno. Tale è la determinazione di Dio in questo caso limite, nel quale, anche se ci dovessero essere tra quegli uomini, Noè, Daniele e Giobbe, si salverebbero solo loro ma il resto soccomberebbe. Non è strano che Dio elenca questi nomi importanti con quest’ordine e difficile da comprendere. Esso ha due significati, il primo temporale e l’altro, sulla scala della gravità del fatto. In quello temporale, non corrisponderebbe la posizione di Giobbe, come ultimo richiamato, essendo che la sua esistenza pare essere arcaica, quindi si deve sviluppare il significato della gravità del fatto. Da questa gravità si deve distinguere la più grave e la meno grave. Noè, al primo posto, si riferisce al fatto che il Signore era molto adirato con tutta l’umanità e come stava per agire, trovò grazia Noè (e la sua famiglia), quindi egli rappresentò il bilanciamento tra il mondo corrotto da distruggere e la persona che trovò grazia in Dio, che altrimenti sarebbe stata anch’essa uccia. Dio salvando Noè salvò il mondo. Adesso consideriamo il significato personale di Daniele, egli, insieme ad altri due, fu buttato nel fuoco ma Dio mandò un angelo e li liberò, quindi il caso meno grave sarebbe la salvezza di Daniele, riferito alla persona. Il terzo motivo di scala della gravità si riferisce non alla persona diretta ma ai suoi familiari, come nel caso di Giobbe. Sui tre personaggi, si legge una gradazione di gravità giustizionalista riferita alla persona, che nel riferirsi a essa, tutti e tre i personaggi sono stati graziati dal giudizio punitivo con gradualità diversa.  Anche se ci dovrebbero essere loro, dice il Signore, tra il popolo corrotto, degno di punizione e ci fossero questi uomini graziati presenti, solo loro si salverebbero, poiché, in effetti, sono già stati salvati prima, mentre il resto perirebbe tutto.
Pace e fede nel Signore