Non è per onore della sua
giustizia né per la sua innata rettitudine che Dio abbia salvato l’uomo, ma per
recuperare la caduta della sua creatura che altrimenti, si sarebbe perduta. Come
sappiamo, la giustizia nasce ed è attuata se vi è una norma tra le parti e un
giudice che la governa, ma Dio, con l’uomo, ha solo un patto unilaterale,
quello di volere salvare l’uomo senza condizioni imposte ne deducibili. Questa
convinzione prende corpo dalle Sacre Scritture che ci mostrano il carattere di
Dio, che nella sua immensa saggezza è lento all’ira considerando la sua potenza
di dare il giudizio immediato, contro il misfatto dell’uomo. Tuttavia, se la
giustizia può essere equa e persino sentimentale, quella è in Dio, ove il suo amore
produce il rispetto intrinseco sulla persona, ricordando che Egli ha creato l’uomo
con le sue stesse mani. La giustizia di Dio è multiforme, essa è diversa sia quando
Dio la usa per gli angeli o quando la usa per gli uomini o ancora, la usa per il
creato. Dio comanda e riprende l’uomo, mentre, ordina e discute con gli angeli,
come, nel capitolo di Giobbe, quando Dio permise a satana di agire senza toccare
la vita di Jobbe. La giustizia di Dio, non può essere letta dalla nostra mente,
poiché, ci troveremmo in una incompatibilità della nostra ragione razionale,
che può vedere ingiusto ciò che è giusto, considerando che il più delle volte, l’uomo
saggio di Dio, ragiona secondo le sue vie, essendo la proiezione del carattere
di Dio sulla terra. Avvolte Dio parla di giustizia con l’uomo, come nel caso di
Abramo, quando decise di distruggere Sodoma e Gomorra. In quel caso, la sua
giustizia mostrò due fronti, da un lato era comprensiva e adattevole nel
discutere con Abramo, dall’altro rigida e operativa, verso gli abitanti
corrotti. Con riferimento alla natura, Egli,
da precisi comandi e la natura obbedisce, si ricorda quando Gesù sgridò il mare
e il vento ed essi si acquietarono. Quindi il giudizio di Dio non può essere
compreso, poiché ovattato dal suo amore infinito, mentre la giustizia dell’uomo
è relativa, poiché è sorretta dalla ragione, che è una dimensione terrena. Come
potremmo mai capire il sacrificio di Gesù, se lo misuriamo col metro della
ragione? Quando Dio, adatta la sua giustizia alla comprensione dell’uomo, Egli
comprime l’infinito suo sapere, al livello di terra ed è in questa prospettiva
che l’uomo, vedendo la giustizia divina al suo livello, commette l’errore di
valutarla. Ecco che abbiamo bisogno delle Sacre Scritture, che danno capacità
di intendere certe vie divine mentre ci avvolgono al senso spirituale. La
giustizia di Dio ha un significato diverso a seconda che essa è considerata
come sostantivo o come verbo. Se il primo è rivestito dal suo amore, il secondo
è imbottito della sua ira, infatti, molti sono gli esempi che possiamo
incontrare nel vecchio Testamento, in cui, Dio opera giustiziando i popoli. L’ordine
che Dio diede a Saul, 1 Samuele 14:36 e
seg. di sterminare all’interdetto una comunità e che Saul, per sentimento
di pietà, non lo seguì del tutto, è un esempio. Più specificatamente, questa scelta
di Dio di giustiziare l’adopera quando, Egli perde la sua pazienza o decide di
giustiziare per una grave trasgressione degli uomini. Ezechiele 14:14 Anche se nel suo mezzo ci fossero questi tre uomini, Noè, Daniele e Giobbe
per la loro giustizia salverebbero unicamente se stessi", dice il Signore,
l’Eterno. Tale è la determinazione di Dio in questo caso limite, nel quale,
anche se ci dovessero essere tra quegli uomini, Noè, Daniele e Giobbe, si salverebbero
solo loro ma il resto soccomberebbe. Non è strano che Dio elenca questi nomi
importanti con quest’ordine e difficile da comprendere. Esso ha due
significati, il primo temporale e l’altro, sulla scala della gravità del fatto.
In quello temporale, non corrisponderebbe la posizione di Giobbe, come ultimo
richiamato, essendo che la sua esistenza pare essere arcaica, quindi si deve sviluppare
il significato della gravità del fatto. Da questa gravità si deve distinguere
la più grave e la meno grave. Noè, al primo posto, si riferisce al fatto che il
Signore era molto adirato con tutta l’umanità e come stava per agire, trovò
grazia Noè (e la sua famiglia), quindi egli rappresentò il bilanciamento tra il
mondo corrotto da distruggere e la persona che trovò grazia in Dio, che altrimenti
sarebbe stata anch’essa uccia. Dio salvando Noè salvò il mondo. Adesso
consideriamo il significato personale di Daniele, egli, insieme ad altri due, fu
buttato nel fuoco ma Dio mandò un angelo e li liberò, quindi il caso meno grave
sarebbe la salvezza di Daniele, riferito alla persona. Il terzo motivo di scala
della gravità si riferisce non alla persona diretta ma ai suoi familiari, come
nel caso di Giobbe. Sui tre personaggi, si legge una gradazione di gravità
giustizionalista riferita alla persona, che nel riferirsi a essa, tutti e tre i
personaggi sono stati graziati dal giudizio punitivo con gradualità diversa. Anche se ci dovrebbero essere loro, dice il
Signore, tra il popolo corrotto, degno di punizione e ci fossero questi uomini
graziati presenti, solo loro si salverebbero, poiché, in effetti, sono già
stati salvati prima, mentre il resto perirebbe tutto.
Pace e fede nel Signore
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