lunedì, dicembre 22, 2014

GIUSEPPE VENDUTO





Genesi 37. Giuseppe fu venduto, solo, dai fratelli? Famosa, è la storia di Giuseppe che sto per raccontare. Durante il percorso, scopriremo alcuni aspetti inconsueti che, certamente, susciteranno perplessità nel nostro cuore e conoscere, attraverso le vicende, come una relazione familiare possa trasformarsi in tragedia e poi, per mano di Dio, in benedizione. Sappiamo, che Giuseppe, all’età di diciassette anni, aveva ricevuto da Dio il dono di interpretare i sogni. Per questo motivo Giacobbe gli offriva un particolare amore, ma anche perché era il figlio venuto alla luce da Rachele durante la sua vecchiaia.
Genesi 37:4  I suoi fratelli vedevano in lui un antagonista che usurpava tutto l’amore del padre lasciando per loro poca cosa. L’odio dei fratelli verso Giuseppe si accrebbe ancora di più quando un giorno raccontò di avere sognato, Genesi 37:7, dei covoni in mezzo ai campi e ecco che il suo  covone si alzò e restò diritto mentre i loro covoni si radunarono intorno al suo e gli s’inchinarono davanti. Il ragazzo, nella sua ingenuità, non s’immaginava che quello che raccontava potesse creare del risentimento nei suoi fratelli. Più grave era il momento, quando questi sogni si avveravano. Si era creata una certa psicosi in loro, che non appena il ragazzo rivelava un sogno, produceva un effetto dirompente nella famiglia, ora di gioia ora d’invidia. Tuttavia, la relazione di Giuseppe e dei suoi fratelli, si cominciò a incrinane maggiormente quando egli raccontò un altro sogno che aveva fatto, Genesi 37:9, dicendo: «Ho fatto un altro sogno! Il sole, la luna e undici stelle s’inchinavano davanti a me» Genesi 37:10  Egli lo raccontò dopo a suo padre, il quale lo sgridò e gli disse: «Che significa questo sogno che hai fatto? Dovremo dunque io, tua madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci fino a terra davanti a te?
Come si può intuire le cose si mettevano male per Giuseppe e di seguito vediamo il perché. Quelle parole dette da suo padre - dovremmo dunque io, tua madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci fino a terra davanti a te?- non sono da sottovalutarle, anzi, se i fratelli mormorando, perpetravano come farlo scomparire dalla famiglia, diverso e altrettanto tragico fu il piano di Giacobbe. Da questo momento, diciamo che inizia il piano di Dio.  Seguendo i fatti, ci accorgiamo che il comportamento di Giacobbe segnerà una svolta decisiva all’accadimento delle vicende. Nell’occasione che i fratelli erano andati a Sichem per pascolare il gregge, Giacobbe, mette in atto il suo piano, Genesi 37:14  Israele gli disse: «Va’ a vedere se i tuoi fratelli stanno bene e se tutto procede bene con il gregge; poi torna a dirmelo». Così, mandò Giuseppe dalla valle di Ebron fino a Sichem[1]. Consideriamo, ora, questa decisone.
Giacobbe, pur amando Giuseppe più degli altri figli e sapendo che Dio era con lui, pose in essere un temerario piano quello di mandare suo figlio, a piedi, appena diciassette anni a Sichem, distante dal luogo di residenza, circa 100 km, col rischio che il ragazzo poteva essere sbranato da un leone o da altra fiera e con la probabilità di essere anche adottato come schiavo, dalle carovane in transito. Immaginiamo cosa avrà detto Israele. Se è come dici, il sole e la luna e le stelle si piegheranno a te, vediamo se ti metto di fronte al pericolo, Dio è con te. Per rincarare il fardello, Giuseppe ebbe l’ordine di ritornare da solo per portargli la notizia se i suoi fratelli stavano bene, non avendogli almeno suggerito, di tornare a casa con i suoi fratelli. Dai fatti si deduce, quindi, che il piano non era quello di vedere se i suoi fratelli stavano bene, ma era quel temerario che mai avrebbe dovuto avere un buon padre di famiglia. Infatti, in seguito, quando Giacobbe vide che gli altri figli portarono il mantello insanguinato di Giuseppe, egli cominciò a sentirsi in colpa e si strappò i vestiti e fremeva dentro di se e pianse per lungo tempo. Genesi 37:34  Allora Giacobbe si stracciò le vesti, indossò il  sacco, e fece cordoglio di suo figlio Giuseppe, per molti giorni. Ecco, che nella sua espressione di dolore era nascosto il senso di colpa per quello che aveva orchestrato. Così, non si dava pace per il dolore di avere perso il figlio amato, ma anche al pensiero di avere tentato, Dio. 





[1]Sichem, si trova nella parte nord della Palestina, a circa 100 km da Hebron 

Nessun commento: