mercoledì, aprile 22, 2015

NOE' PIANTA LA VIGNA

 

         Genesi cap.9:20 E Noè cominciò ad esser lavorator della terra e piantò la vigna. 9:21 E bevve del vino, e s’inebriò, e si scoperse in mezzo del suo tabernacolo. Questo episodio descritto e più precisamente le conseguenze sulla maledizione che Noè scagliò contro Canaan, hanno suscitato diverse polemiche sulla veridicità deli fatti biblici e di conseguenza sulla verità della Parola ispirata dallo Spirito Santo nella Bibbia, per il fatto che si evidenzia un contrasto di identificazione di persona. Bisogna, allora, per capire meglio la vicenda, approfondire questi eventi e, con l’aiuto del Signore, trarre il significato conforme ai fatti. Iniziamo col dire che, dopo il diluvio Noè incominciò a coltivare la terra insieme ai suoi figli Sam Iafet e Cam a conduzione familiare. Esaminiamo la frase e per primo le parole, bevve del vino e si inebriò. Diciamo che è chiaro che Noè, uomo di carattere responsabile mite e saggio, per il quale, Dio, vide in lui un uomo giusto sulla terra, difficilmente si sarebbe ubriacato, sebbene il vino era già in uso dai giganti. Tuttavia, dal fatto che cominciò a piantare la vigna, ci porta a supporre che non conoscesse gli effetti del mosto, per cui, noncurante lo bevve, forse in quantità eccessiva, tale che si inebriò. Sui fatti, invece, che si sono verificati dopo esaminiamo il comportamento di Cam nei confronti di suo padre, considerando che Noè nel momento di ebbrezza si addormentò. Per conseguenza, diciamo che Noè ha perso la sua compostezza come si addice a un patriarca e che il calore corporale lo portò ad essere nudo sdraiato nel letto. Ecco che, poco tempo dopo, si trovò ad entrare il più giovane dei suoi figli, Cam, che trovò suo padre che dormiva nudo nel letto. A questo punto, Cam, invece di coprirlo, andò a rapportare ai suoi fratelli la scompostezza del padre commettendo, verso di lui, un atto irriverente, il quale, mostra già un carattere inquietum mentis, non avendo avuto riservatezza verso suo padre. Diverso fu, invece, l’atteggiamento degli altri fratelli, Sam e Iafet, che essendosi avvicinati non osarono nemmeno di guardarlo, poiché, essi andando a ritroso copersero il loro padre.  Quest’atteggiamento come vedremo, fu imputato come peccato a Cam. Ma stranamente, il risultato dell’azione punitiva non fu diretta ma modificata, venendo ad un risultato del tutto inaspettato. Noè, il mancato soccorso di Cam e la sua futile propagazione della notizia, l’attribuì al suo carattere renitente e non alla vergogna che il figlio Cam avrebbe avuto, perché, in quei tempi non faceva scandalo vedere il genitore occasionalmente nudo, sia nell’ipotesi che si facesse il bagno nel fiume o per l’età, poiché, si viveva nelle tende nel deserto e non vi erano né servizi ne muri. Il fatto che la vicenda porta ad un risultato contraddittorio è stato quando Noè si svegliò dalla sbornia e seppe quanto era successo. Dopo una riflessione, Noè, maledisse il nipote Canaan. Ma quale logica, Noè, ha seguito per maledire il nipote Canaan, invece di maledire suo figlio Cam? Questo fatto è il problema, di cui, all’inizio di questo capitolo abbiamo detto di essere in contraddittorio e di difficile comprensione.  La domanda che tutti ci facciamo è questa: Cosa c’entra il nipote Canaan se è esente di colpa? Eppure, centra. Per prima cosa dobbiamo dire che Noè non fu un ubriacone ma un grande giudice. Egli ci conduce ad allargare la visione in un orizzonte più largo e ci fa posare gli occhi sul 1° verso dello stesso capitolo, il quale dice: ”Dio benedisse Noè ed i suoi figli…..” Ecco, quindi, il segreto svelato nel modo più semplice. Quando Noè si trovò a maledire Cam, egli si trovò davanti il comandamento del Signore, che non poteva né ignorare né disubbidirlo. Se egli avesse maledetto Cam, la maledizione sarebbe caduta su di lui, perché l’uomo non può maledire ciò che Dio ha benedetto. Noè, quindi, si avvalse della legge, Esodo cap. 20:6, di cui, già conosceva i principi, perché la legge, prima di essere trasmessa nelle Tavole, era già trasmessa oralmente dai padri verso i figli ed era marcata nel bastone di vecchiaia. Solo dopo, Dio, l’ha voluta trasmettere a Mosè per iscritto nelle Tavole. Noè, quindi sapeva, che Dio è geloso e che punisce la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione. Così, egli non potette maledire il figlio Cam, poiché, già benedetto da Dio e, quindi, avendo calcolato il modo per fermare la maledizione fino alla quarta generazione, egli maledisse il quarto figlio di Cam che fu Canaan. Infatti, il primo genito era Etiopia il secondo Egitto, il terzo Put e il quarto Canaan, ecco che maledicendo Canaan Noè avrebbe fermato la maledizione di Dio. Tuttavia, il nipote, si suppone che abbia risentito questa scelta e per rivalsa si allontanò da Dio, facendo nascere il popolo dei cananiti, che divennero idolatri e nemici del popolo di Dio. Per un motivo inspiegabile, anche Dio li ha odiati, ma non li ha distrutti, infatti, si ricorda la donna cananea che si contentò delle briciole di pane che i padroni buttavano ai cani per accattivarsi la simpatia ma soprattutto il perdono di Gesù. Sembra, allora, che i caneniti potrebbero essere perdonati, essendo che, l’amore di Dio abbraccia tutti. Quando ci troviamo in queste situazioni di difficile interpretazione è bene sempre pensare che Dio è, il perfetto e il Santo, e che sta a noi pregare affinché il Signore si compiaccia di suggerirci, secondo la nostra capacità intellettiva, le Scritture. Così la benedizione verrà nella nostra vita e sarà per noi una dimostrazione d’amore verso il Signore e di ubbidienza alla Sua Legge.

Pace e fede nel Signore

 

lunedì, aprile 20, 2015

LA TORRE DI BABELE







                         Genesi cap.11 Questo capitolo, di quanto detto nella tradizione biblica, evidenzia la rilevante indole dell’orgoglio propagatosi nell’uomo fin dal principio della creazione. Questo peccato provocò l’ira del Signore nell’occasione in cui il popolo si era stanziato nella pianura di Sennaar e decise di innalzare una torre alta fino al cielo. Così, Egli li disperse provocando nel loro linguaggio lingue diverse.  
Le cose stanno così o vi si possono scorgere motivi diversi? Chiediamo a Dio che cosa ci rivela. Nel verso sei è scritto: Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola: ………………..e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo, dunque e confondiamo la loro lingua perché non comprendano l’uno la favella dell’altro.
Questo discorso non mostra nessuna collera di Dio verso il popolo, piuttosto una presa di posizione all’impossibilità del raggiungimento di tale obiettivo. Il motivo perché il Signore sarebbe intervenuto per impedire tale progetto, dovrebbe essere cercato in quel popolo che emigrò dal suo luogo e si spostò nella pianura di Sennaar.
Certo non è plausibile pensare che essi si siano stanziati in quella pianura solo per costruire una torre e sfidare Dio, perché non vi è nessun risentimento nei versi antecedenti, che mostri rancore contro Dio. Perciò i motivi devono sicuramente essere stati altri. Quelli, per esempio di costruire una città, come dice il verso quattro: ”Venite costruiamo una città e una torre che tocchi il cielo” Come comprendiamo, la prima cosa che avevano in mente, era quella di costruire una città e poi come simbolo che avrebbe mostrato la propria grandezza, una torre che toccasse il cielo, come per dire oggi un grattacielo. Gli uomini emigrarono dall’oriente e si stanziarono nella pianura non per fare un dispetto a Dio, perché questo non è riportato nelle Scritture. Allora due sono le ipotesi, o essi sono emigrati per cercare una terra più fertile o si sono mossi per costruire una città e poi una torre che offendesse Dio. Se consideriamo che essi vivevano nella terra fertile della Palestina, il motivo di trovare una terra migliore è da scartarlo, perché lo scopo non era quello di coltivare una terra migliore, ma quello di: ”Facciamo dei mattoni e cuciniamoli al fuoco”. Questa è la vera ragione. Questo discorso dei mattoni poteva essere anche non menzionato e dire solo costruiamo una torre che arrivi in cielo, ma il riferimento ai mattoni cotti è quanto mai importante, poiché vuole dirci che avevano scoperto una tecnicità avanzata, che fino ai tempi della Genesi era sconosciuta. Ecco che la nuova tecnica, diventa il perno della decisione di costruire una torre. Fu, come se vi fosse stata la scoperta del cemento armato nei nostri tempi. Infatti, quando si costruisce una casa con mattoni, tale costruzione è considerata più solida del cemento perché resiste nel tempo. Il progetto che loro avevano di costruire una città e poi una torre si distacca completamente dall’orgoglio che avrebbero avuto per offendere Dio. Ora se consideriamo l’interpretazione di progresso, dobbiamo inevitabilmente fare riferimento ad alcuni aspetti.
Ci accorgiamo che quello sviluppo edilizio era prematuro. Infatti, esso avrebbe portato una grande densità di popolazione in una piccola area, come una cellula che si sarebbe sviluppata smisuratamente tutta da un lato. Un esempio di quanto si afferma lo abbiamo nei versi della Genesi cap.36:7, che dicono: “Infatti i loro possedimenti erano troppo grandi perché essi potessero abitare insieme ed il territorio dove loro soggiornavano non poteva sostenerli per causa del loro bestiame.” Tornando adesso al verso: 3, la città e la torre alta  che toccava il cielo, sarebbe stato punto di riferimento e un luogo ben visibile per tutti i popoli vicini.
 Oggi, per esempio, si costruiscono i grattacieli nelle città per accogliere il centro degli uffici commerciali e per mostrare una potenza economica, perché noi abbiamo la tecnologia, mentre diverso era allora, e per curiosità, la parola grattacielo, deriva proprio dalla Torre di Babele.

Ora, ad esempio, il Signore, permette che l’uomo costruisca liberamente dei grattacieli nelle città.
Sulle lingue, quale potrebbe essere stata, allora, la vera ragione che Dio diede una diversa favella e disperse quel popolo? Al verso: 6, il Signore disse, che essi hanno una sola lingua e che quello era l’inizio della loro opera.
Questi sono i due motivi per i quali il Signore sarebbe stato contrario al proseguimento di quello stato, ma non vi è nessun riferimento della torre, né Egli mostrò fastidio perché la costruzione avrebbe toccato il cielo.
Iniziamo, col considerare le parole dette da Dio - Inizio della loro opera; - poiché esse sono importanti.  Il costruire una città di quella portata, sarebbe stato un progetto prematuro per quel tempo, infatti, Babilonia non era ancora stata costruita. Essa fu fondata nel 2000 a.C. circa, dopo che il popolo si era stanziato nella pianura di Sennaar circa 2230 a.C. Vuol dire che dopo 230 anni la tecnologia dei mattoni cotti servì per costruire Babilonia.
Nelle rovine di Babilonia, infatti, i muri sono di mattoni e gli archeologi dicono che essa ospitava un milione di abitanti, perché la tecnica dei mattoni cotti si sviluppò, poi, ulteriormente. Si capisce, quindi, che le anteriori condizioni di Babele, non avrebbero permesso una sopravvivenza del popolo, come Babilonia, perché i tempi ritenuti dal Signore, non erano maturi. Infatti, come avrebbero risolto il sistema dell’impianto d’acqua e di fognatura allora, se pur oggi sono anche difficili i servizi? Per questa ragione, si sarebbe contratta certamente un’epidemia e quindi la morte, tranne che il Signore li avrebbe salvati ogni qualvolta che ciò fosse accaduto.
La seconda ragione fu di non far crescere una così numerosa popolazione tutta in un luogo, ma che l’umanità si sarebbe dovuta disseminare uniformemente, secondo quanto disse il Signore: ”Crescete e moltiplicatevi e riempite la terra.” Poiché essendo il mondo popolato nella sua totalità, poteva altresì primeggiare l’uomo anziché concedere spazio a satana. Dio non avrebbe permesso all’uomo di popolare solo una parte della terra, anche perché altrimenti si sarebbe formato scompenso, per il principio detto nel cap. 36:7 della Genesi. Sarebbe stato come un’enorme cellula che avrebbe avuto una crescita molto ridotta rispetto a quella che potevano avere molte cellule, distribuite uniformemente nella terra.
L’ultima domanda, perché Dio cambiò la favella? La cambiò per far sì che il popolo non intendendosi fu costretto a emigrare.
Genesi cap.11:8 Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città.
La dispersione delle genti, fu per accelerare l’occupazione del mondo e abbreviare la venuta del Signor Gesù per la salvezza del mondo.
L’impedimento della costruzione della torre, con la conseguente scissione del popolo e delle lingue, fu un intervento positivo di Dio per la difesa dell’uomo e non per contrastarlo e punirlo dall’ipotetica offesa ricevuta.
Così non vi è stato nessuno che ha tirato una freccia contro il cielo per sfidare Dio, come si vuol far credere, ma è stato Dio a scendere ad aiutare l’uomo a occupare tutta la terra.