L’albero di fico, per uno sconosciuto progetto
divino è stato protagonista in diverse occasioni, dalla Genesi fino alla fine
dei tempi, nel quale periodo, ha segnato mutamenti rilevanti, fino ad essere stato
indicato come segno preannunziatore del ritorno di Gesù. Dal principio la
foglia di fico fu adoperata come elemento materiale per coprire le vergogne di
Adamo ed Eva. Per il suo frutto dolce e nutriente è stato preferito per saziare
i viandanti che si spostavano da un luogo all’altro e in un’occasione
particolare, anche Gesù, per il prolungato ministero, avendo fame si trovò
nella necessità di raccogliere del suo frutto. Considerando quest’ultimo caso, Gesù,
dopo aver lasciato Betania, avendo fame si avvicinò a un albero di fico per
mangiarne del frutto, ma non vi trovò, che foglie. Lo scenario del comportamento
di Gesù, alquanto contraddittorio perché contrasta la pretesa del frutto fuori
stagione ha suscitato diverse interpretazioni che confluiscono alla rappresentazione
degli Scribi e dei Farisei, i quali, avendo all’esterno un’indole perfetta di
sacerdoti, dentro erano lontani dall’osservare la legge di Dio. Se seguiamo
questa spiegazione, inavvedutamente si tralasciano i punti chiari, di cui si
riferiscono le Sacre Scritture e che se, invece, ci avviciniamo al loro significato
intrinseco, ci permettono di capire meglio il fatto, per cui, Gesù seccò
l’albero di fico. Prima di esaminare i
motivi, per cui, Gesù cercò il frutto fuori stagione, leggiamo un fatto che, per
certi versi è simile a quello del fico. Matteo17:27 …………va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che verrà su; aprigli
la bocca e vi troverai uno statere, prendilo e dallo loro per te e per me. Senza
dubbio, in questa circostanza, siamo di fronte a un miracolo eseguito a
distanza da Gesù, perché il pesce, lontano da ogni possibile controllo o
manipolazione, si sarebbe procurato nella sua bocca una moneta. In questo caso,
il miracolo ci fa dare piena fiducia a Gesù di essere divino e il solo capace
di farlo. Ora consideriamo il caso in oggetto: Marco 11:13 E veduto di lontano un fico che aveva delle
foglie, andò a vedere se vi troverebbe cosa alcuna; ma, venuto a quello, non vi
trovò nulla, se non delle foglie; perciocché non era la stagione de’ fichi. Qui ci troviamo nella stessa situazione del
miracolo del pesce. In questo caso, esaminando lo svolgersi dei fatti, che Gesù
non trovò il frutto, diciamo che due sono le possibilità, o che pensiamo che
Gesù si sia sbagliato o che crediamo che il fico, non abbia voluto dare il
frutto a Gesù, che lo richiedeva fuori stagione. In altri termini il fico
doveva comportarsi come il pesce che teneva la moneta in bocca per Gesù.
Ricordiamo che chi chiedeva il frutto era il Creatore, per cui, se il pesce gli
ubbidì, anche l’albero di fico gli avrebbe dovuto ubbidire. Anche se non era la
stagione del frutto. Il credito va a Gesù, essendo Egli la verità ma anche il
Creatore e non al fico, che è materia creata. Le ragioni per trarre una
logicità di tutto questo non sono difficili se riflettiamo anche ad altri circostante
che sono intervenute in quella occasione. In riferimento a quest’ultima, osserviamo
che quando Pietro si era offerto per sacrificare la sua vita per Gesù, gli fu
detto: “vai via satana”. In quel luogo non c’era satana, eppure Gesù
parlò con satana. Qui, nell’albero di fico, non si vede satana, ma c’era, per
il fatto che corruppe il fico. Poiché, non era la stagione dei fichi, satana gli
avrebbe detto, perché devi dare il frutto? Il fico, si suppone che, si lasciò
corrompere, per cui, Gesù da questa disubbidienza, lo seccò all’istante. La
stessa intromissione di satana, ai tempi, si ebbe quando il serpente consigliò
male Eva, nel Giardino. Qui, invece, Gesù
non riprende gli Scribi e Farisei, come comunemente viene interpretato ma
manifesta l’azione di potenza contro satana, distruggendo il fico che si è
fatto corrompere. Dopo questo esempio spirituale, Gesù, incoraggia gli apostoli
che anche loro potevano fare queste cose spirituali, addirittura dire al monte,
spostati, ed esso si sarebbe spostato.
Pace e fede nel
Signore
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