domenica, luglio 02, 2017

IL LEBBROSO GUARITO




Matteo cap. 8:6 Signore, il mio famiglio giace in casa paralitico, gravemente tormentato. 7 E Gesù gli disse: Io verrò, e lo sanerò. Se queste parole possono essere generalizzate per l’uomo che vive e soffre in questa terra, allora, la risposta di Gesù rispecchia la consapevolezza che Egli verrà per sanare l’umanità e poi salvarla. La sua condizione iniziale, di anima vivente, ci dice che l’uomo aveva una perfetta vivibilità sulla terra e un integro rapporto col divino che, non di rado, Dio stesso lo incontrava per discutere con lui. I fatti che si sono susseguiti, ben conosciuti da tutti, a torto o a ragione hanno portato l’uomo a essere vittima del male che regna in questo mondo. Tuttavia, è da fare una considerazione di fatto che, se nella fase iniziale, quando l’uomo viveva nel Giardino dell’Eden, il male non era presente, poiché, Dio aveva presentato ad Adamo il limite della sua libertà, che era quello, di non mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male, lo status, sarebbe rimasto in tal modo, se Adamo non fosse caduto in peccato, cioè, se egli non avesse disubbidito al comando di Dio. In effetti, nell’avvertimento del suo limite d’azione, non gli fu fatto alcun riferimento dell’insidia che presto lo avrebbe colpito. Infatti, se uno fu l’obbligo di attenersi a un comando, quello di non mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male, l’altro, quello della valutazione di un comportamento da ottemperare, se egli fosse stato distolto da altre influenze, non gli fu rivelato. Ove quest’ultimo caso, ben stava fuori dal comando. L’incontro di Eva con satana è stato la pietra d’intoppo per Adamo, essendo che, satana sapeva che Adamo non poteva essere corrotto, poiché, legato a un comando di ubbidienza a Dio, così, usò Eva, che stava fuori dall’obbligo del comando. In questo modo, riuscì a corrompere l’uomo, indirettamente, colpendolo nella debolezza del suo rapporto con la donna. Se Esau perse la primogenitura per un piatto di lenticchie, Adamo perse l’eternità per un’erronea valutazione di un semplice comando. Tornando al tema del lebbroso. L’intervento di Gesù di sanarlo, vuole mostraci, oltre che alla manifestazione del suo amore verso il singolo, quella verso il mondo, poiché, proprio esso si trova oggi nelle stesse condizioni, se non peggio, del lebbroso. Le preghiere delle chiese rivolte a Dio, rappresentano la voce di quel padre che si rivolse a Gesù per sanare il figlio. Nell’ambito divino, la voce di quel padre, sono le intercessioni di Gesù che fa a Dio Padre per abbreviare il tempo della sua discesa a sanare il mondo, malato. L’immenso amore di Gesù lo muove a sanare la creatura, che sia per colpa di Adamo o di satana, si trova colpita dalla malattia del peccato, che è la lebbra nell’uomo, che è anche oggetto della potenza di Dio, essendo che, né il padre né la madre peccarono ma, affinché, la potenza di Dio si manifesti negli uomini. Il lebbroso dice: "Signore se tu vuoi puoi nettarmi". Si nota la completa sottomissione dell’uomo nel riconoscere che Gesù, è l’unico che possa sanarlo e che ha il potere su ogni cosa. Il lebbroso, ispirato dall’alto, riconosce che ha davanti, il Creatore, per cui, la sua richiesta sarà esaudita avendogli detto. Se tu vuoi. Tuttavia, l’attardarsi dell’umanità a riconoscere Gesù, come Figlio di Dio, specie in questi ultimi tempi, pone una questione di difficile comprensione. Da un alto, vi è l’aggravarsi del male che, dovrebbe sollecitare il suo imminente ritorno e dall’altro, il suo tardo venire. Resta, però chiaro, l’aspettanza del verificarsi della realtà divina che avverrà come appare il giorno.  
Pace e fede nel Signore


Nessun commento: